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sexta-feira, fevereiro 25, 2005
 
Lisbona, la rivoluzione soft di José Socrates
Il leader socialista alla prova del governo. Fra i nodi da risolvere: la disoccupazione e l'aborto
RITA CIOTTA

Questi primi «days after» delle elezioni portoghesi si sono risvegliati grigi e tempestosi, con un cielo plumbeo e forti raffiche di vento che vengono dal Tejo. Ma adesso, si domandano i portoghesi, le cose miglioreranno davvero? Perché bisogna capire che questo voto massiccio che gli elettori hanno dato alla sinistra è stato soprattutto il riflesso di un forte desiderio di cambiamento. Il risultato di un'esasperazione collettiva e delle serie difficoltà economiche che sta passando la maggior parte delle famiglie portoghesi. Ma riassumiamo definitivamente i risultati elettorali: Ps: 45,05% (120 deputati e maggioranza assoluta); Psd: 28, 7% (Partito Socialdemocratico, 72 deputati); Cdu: 7,6% (Partito Comunista, 14 deputati); Pp: 7,3% (Partito Popolare, 12 deputati); Be: 6,4% (Blocco di Sinistra, 8 deputati). Come si vede, una sterzata a sinistra storica e uno storico crollo del centro destra. L'aspetto negativo è però quello dell'astensione, che i primi exit-pools avevano dato sul 30% e che invece è risalita al 35%, percentuale molto alta, che mostra come ancora la classe politica non abbia recuperato la sua credibilità.
Analizzando brevemente la distribuzione dei voti, è interessante vedere come la più significativa «fuga di voti» dal Psd di Pedro Santana Lopes al Ps di José Socrates è avvenuta nelle due città principali, Lisbona e Porto, quindi da quella classe medio-alta su cui, invece, contava il centro-destra. Da notare anche un'altra migrazione elettorale, questa volta avvenuta nelle zone rurali: dal Psd e, in parte dal Ps, verso i due partiti più a sinistra dello scacchiere politico:il Cdu di Jerónimo de Sousa e il Bloco de Esquerda di Francisco Louça. La vittoria di Francisco Louça è stata poi definita come «astronomica» (hanno infatti quasi triplicato i loro deputati, passando da 2 a 8). Quanto al Pp di Paulo Portas (che si è già dimesso, la notte delle elezioni, dopo uno «spettacolare»» discorso), il partito dei Popolari ha perso, paradossalmente, in tutte le zone più «popolari», reggendo unicamente in alcuni quartieri-bene di Lisbona, Coimbra e Porto. Un'altra curiosità è che se si osserva adesso la mappa politica del Portogallo, si nota una profusione di rosa (il colore-simbolo dei socialisti) con un'unica eccezione, il distretto di Leiria che appare invece dipinto di arancione (il colore simbolo dei socialdemocratici), e non è per caso: il distretto di Leiria, al centro del Portogallo, è da sempre una roccaforte della Chiesa cattolica ed è là che si trova il santuario di Fatima.
Da notare anche che, malgrado la schiacciante vittoria, le vie di Lisbona e delle altre città non si sono riempite di folla festante, come molte volte era successo nelle altre elezioni. La gente se n'è rimasta a casa, di fronte alla televisione, saltando da un canale all'altro e seguendo fino a tardi la maratona della notte elettorale. Pochi sono andati a festeggiare e lo si è visto nel Largo do Rato, a Lisbona, dove si trova la sede del Partito Socialista, rimasta mezza vuota e spenta, con poca gente infreddolita che aspettava il discorso ufficiale di José Socrates (che poi è apparso al suono della musica de «Il Gladiatore»!)
Segno dei tempi? Segno forse che i portoghesi questa volta hanno votato con il cervello, non tanto con il cuore e che hanno voluto castigare deliberatamente una gestione catastrofica dello stato. Secondo José Manuel Fernandes, direttore del quotidiano Público, «(in Portogallo) il populismo senza ideologia né principi è fallito. Così la destra ha consegnato alla sinistra il potere e l'egemonia sulla discussione delle idee». Sempre sul Público, scrive Vital Moreira, professore all'Università di Coimbra, che comincia per definire queste elezioni come «una delle maggiori rivoluzioni elettorali della nostra democrazia», continuando con un aperto elogio a José Socrates, che «ha affrontato con dignità e sobrietà la vergognosa e sporca campagna che il Psd gli ha lanciato contro fin dall'inizio». Ricordiamo che Socrates era stato oggetto di attacchi personali, che mettevano in gioco la sua vita sessuale e famigliare, complementati da orribili manifesti elettorali, sparsi per il paese, dove lui appariva a capo basso e con sotto questa scritta: «Ma voi sapete chi è veramente quest'uomo?»
Sul quotidiano Diário de Noticias, i giornalisti Martim Silva e Pedro Correia ricordano che adesso i socialisti hanno davanti a loro dei compiti ben precisi e non facili da risolvere: il primo, ricordato subito da Socrates nella notte elettorale, sarà quello di rafforzare l'investimento nelle piccole e medie imprese, anche attraverso l'inserzione di «mille laureati in tecnologia e gestione», passo iniziale che dovrebbe dare il via al «Piano Tecnologico» tanto promesso durante la campagna elettorale. Un Piano che prevede anche l'insegnamento dell'inglese fin dalla scuola elementare, l'istruzione obbligatoria fino ai 18 anni e la creazione, a breve scadenza, di 200 nuove imprese. Il Diario de Notícias ricorda anche che c'è un altro «pacchetto» di promesse importanti: la creazione di 150 mila posti di lavoro; la «guerra alla burocrazia»; la «fine della povertà» per più di 300 mila anziani, attraverso un sussidio provvisorio in modo che nessun anziano viva con meno di 300 euro almese.
Un'altra promessa, non ancora definita cronologicamente, riguarda il polemico referendum sull'aborto. Come si sa, in Portogallo l'aborto è ancora illegale, nella maggior parte dei casi, e un primo referendum, fatto alcuni anni fa, era stato dichiarato nullo per la scarsissima affluenza alle urne. Adesso tutta la sinistra vuole rilanciare il dibattito e arrivare a un'altra verifica elettorale, soprattutto il Bloco de Esquerda e il Partito Comunista. Francisco Louça, del Bloco, ha già chiesto che sia fissata una data prima di giugno, ma probabilmente, per ragioni legali, non sarà possibile prima del 2006. Comunque la porta alla discussione è di nuovo aperta e si spera che il nuovo governo risolva questo problema, che è tra i più dolorosi e polemici nell'attuale società portoghese.


Il Manifesto, 23 Fevereiro 05
 
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